La Weinstein Company in vendita dopo lo scandalo sessuale: in
trattativa con Tom Barrack, uno dei più stretti consiglieri del
Presidente Usa
Mentre Harvey Weinstein viene travolto dallo scandalo
sulle molestie sessuali, la Weinstein Company, fondata dal produttore, è
in trattative per una potenziale vendita con il fondo di private equity
Colony Capital, guidato da Tom Barrack, il miliardario investitore
amico e stretto consigliere di Donald Trump. Lo stesso Barrack ha detto:
"Aiuteremo la società a riconquistare la posizione iconica che merita
nell'industria indipendente del cinema e della televisione".
Intanto la vicenda del produttore hollywoodiano si continua a intrecciare con il mondo della politica, Donald Trump da una parte, Hillary Clinton
dall'altra. Il presidente americano teme che lo scandalo possa
riaccendere i riflettori sulle accuse di molestie sessuali che decine di
donne durante la campagna elettorale del 2016 hanno mosso anche al
tycoon. Invece l'ex first lady teme che la sua dura condanna verso il
potente produttore possa trasformarsi in un boomerang, visti i passati
legami di amicizia che lega la famiglia Clinton proprio a Weinstein, che
è stato uno dei principali finanziatori delle campagne elettorale dei
democratici.
A buttare benzina sul fuoco ci ha pensato
l'emittente Fox News che ha rispolverato una vecchia inchiesta del
Washington Post in cui Weinstein appare nella lista delle star di
Hollywood che aiutarono Bill Clinton a pagare le spese legali per
difendersi dal Sexgate, scaturito dalla relazione con Monica Lewinski.
Il produttore versò nelle casse dell'allora Presidente almeno 10 mila
dollari. Hillary Clinton ha intanto assicurato che restituirà fino
all'ultimo centesimo i soldi ricevuti da Weinstein come finanziatore
della sua campagna elettorale, mentre i circa 250 mila dollari versati
dal produttore alla Clinton Foundation sarebbero stati già sutilizzati
in vari progetti (lotta all'Aids, all'obesità infantile e contro i
cambiamenti climatici).
Anche fuori dai confini statunitensi la
vicenda divide e fa litigare. In Francia si fronteggiano da lontano
l'attuale e la ex première dame. Se Brigitte Macron ha lodato il
coraggio delle donne che hanno deciso di parlare, Carla Bruni si è posta
fuori dal coro, criticando la decisione dell'Eliseo di ritirare la
Legion d'onore a Weinstein: "Al di là della sua perversione personale,
ha fatto molto per il cinema indipendente".
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